…“ Ultimamente amo … quello che sta dietro la pittura: il disegno, il gesto incerto, l’errore, il ripensamento”, dice l’artista… E il gesto è lì, in quei volti giganti che ci fissano uno accanto all’altro … amici, conoscenti, persone vicine e importanti o figure interessanti incontrate per strada. Sono individui, sì, caratterizzati da uno sguardo, una barba, un paio di occhiali, ma sono soprattutto la carne e il sangue della pittura, l’impulso, il momento magico in cui l’idea diventa pennellata e la pennellata diventa creazione. Costruiti in segni decisi, stendendo l’olio sulla carta con pennelli da ferramenta. Olio denso e grumoso, a tratti, e a tratti diafano come acquerello; e carta trattata e tuttavia fragile, delicata, vulnerabile, esposta allo sguardo libera da qualsiasi orpello. Volti … in qualche caso ispirati alla più realistica pittura etrusca e in altri casi privati financo degli occhi, come le statue greche. Poetici come antichi dagherrotipi e al tempo stesso duri e crudi come le foto segnaletiche appese in una stazione di polizia… immediati, istintivi, veloci. “Buona la prima”, come si direbbe in gergo cinematografico. Mai più di due ore di lavoro e un momento preciso (e tuttavia impalpabile come l’ala di una libellula) per fermarsi: “Mi fermo quando la carne è carne e il colore è colore”, spiega candidamente Nannini. Come se questo fosse un concetto accessibile a noi comuni mortali. Ma che questi ritratti siano carne e sangue – la carne e il sangue della pittura – è un concetto evidente a chiunque vi si trovi davanti, a chiunque dotato di un cuore che batte. Questa è la risposta a ogni domanda sul senso della pittura. Più in là, su un’altra parete, una tela di cinque metri racconta delle figure in fila davanti a un autobus. Grandezza reale. Impattante come un’esplosione. Figli e nipoti dei Type di qualche anno fa, questi personaggi sono dipinti qui con il piglio deciso del gesto che parte di slancio. Prova mirabile di pittura contemporanea fino al midollo disseminata di piccoli, deliziosi rimandi semantici da rintracciare come indizi di una caccia al tesoro: segni di matita o di penna a sfera accennati seguendo un’intuizione, idee abbozzate, microcosmi di iperrealismo e poi citazioni elegantemente ironiche…
Alessandra Redaelli