La sua pittura si nutre di suggestioni estetiche e concettuali desunte da uno studio metodico del chiaroscuro seicentesco, si nutre del segno corposo e arrischiato dell'800 Italiano e inseguendo gli ultimi fuochi della mitteleuropa secessionista approda ad una propria cifra stilistica e concettuale. Tali istanze si mescolano e fondono nelle tele di Nannini, dove il dialogo costante con la propria formazione culturale è parte integrante di una poetica consolidata da anni.
Nannini affronta cicli tematici che vanno dalla catalogazione di tipologie umane e urbane a paesaggi di ampio respiro, all'insegna di un'ambivalenza " preoccupante " ma consapevole, tra esigenze simboliste ( addirittura romantiche) da un lato e aspirazioni razionalistiche dall'altro; nella volontà di catalogare lucidamente l'ambiente circostante ed i suoi abitanti. Un'enciclopedia per immagini del nostro tempo.
La materia pittorica, la tecnica sapiente ma arrischiata e le esigenze plastiche sono una scelta costante nel lavoro di Nannini, dove la pittura può ancora "comprendere" il mondo e raccontare. Ogni lavoro si muove tra l'esigenza " macro" di una visione d'insieme e la necessità di una letteratura del dettaglio. Un movimento dinamico dal particolare all'insieme e, viceversa, dal macro al micro.
La pittura, così, vive di paste e spessori, di materia e dissolvenze, sino a farsi liquida e diafana nella ritmica alternanza delle differenti messe a fuoco. La stasi del dettaglio si affianca al gesto più azzardato: la colatura e lo svelamento delle "preparazioni" nei brani di non finito, avvolgono, dinamiche e incuranti, tasselli di precisione descrittiva.
Prospettive talora improbabili o inverosimili, a volo d'uccello dal marciapiede in primo piano sino all'azzurro sfuocato di un lontano infinito, sono funzionali alla finestra su un mondo in divenire, mai bloccato, foriero di mille storie di persone, una nell'altra, quotidiane, normali e così umane, di terra e di cielo, di visibile e invisibile.