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Introduzione a "Notturni" - Nicola Nannini

I notturni di Nannini sono "iniziati" nel 1999. Opere inizialmente di piccolo formato, più simili a bozzetti o studi preparatori che non a opere compiute. La ricerca di atmosfere rarefatte, sospese nel tempo e nello spazio in bilico tra fisico e metafisico, reale e immaginario muoveva i primi passi nella direzione metodica e consapevole che ha preso successivamente. I "notturni" sono un ciclo che ha accompagnato la poetica di Nicola Nannini per un decennio e ancora oggi, seppure in maniera più sporadica, sono dipinti, esposti e presentati in esposizioni o fiere dell'arte. Il ciclo "notturni", sempre e da sempre accompagna la vita artistica di Nannini; essi sono parte integrante delle sue ricerche, l'altra faccia della medaglia, il lato oscuro o simbolista di una poetica che si è fatta via via sempre più "razionale"; essi sono la consapevolezza della persistenza del sogno, della forza dell'inconscio, della presenza dell'immateriale. Edifici noti o meno noti, centri cittadini sconvolti dalla dinamica d'impazziti punti luminosi, poderose strutture architettoniche incupite dal buio e sfuocate da luci accecanti che martellano veloci e gestuali la superficie pittorica : questi sono i primi notturni di Nannini che hanno aperto un ciclo fondamentale nella sua poetica e molto amato dai collezionisti. Negli anni successivi " entrano" le silenziose e terrificanti notti della più nera, metafisica e spaziosa campagna dove gli orizzonti senza fine sono squarciati da occasionali fari d'automobile e ne svelano i più reconditi segreti: alberi secolari sorpresi come statue dell'indifferenza, sentieri ghiaiosi che portano nel vuoto, casolari abbandonati o piccoli borghi dove una sola lontana finestra illuminata apre ad un sentore di presenza umana, più immaginata che reale. Argini che paiono nascondere segreti o dimore ben celate di creature della notte, paure che si fanno reali o gli incubi delle notti di bambino che improvvisamente si materializzano e camminano i campi appena illuminati dalla luce della luna. Processioni di ectoplasmi attraversano talvolta i centri cittadini o strade di periferia apparendo come banchi di nebbia e scomparendo dietro il buio dell'ombra proiettata di un alto edificio o resi invisibili da una luce artificiale che, violenta, apre il velo della notte. Altri notturni sono stati, invece, di quieta poesia, dove il silenzio dilata l'anima o avvolge e abbraccia serenamente chi osa attraversare la malinconia delle notti di provincia.